Son razzista, non lo nego

Mi è stato chiesto di parlare di quelli che usano e abusano del telefono cellulare. Perché dovrei? ho detto io.
Sullo status symbol degli anni 90 è già stato detto e scritto tutto.
Ma daaai - insistono.
Vabbè, solo tre righe - cedo.
Non ho niente contro il progresso che ci permette di parlare senza fili ma. Io quando smagliante lo vedo addosso ai bellimbusti perdigiorno che nullafacenti davanti alla stazione fumano Marlboro in canotta Dolce&Bambana (finta) sono colpito, in stridente contrasto con l'andazzo generale, da una voglia di statalismo bestiale.
Vorrei che il cellulare fosse appannaggio esclusivo di persone in grado realmente di dimostrare, per il lavoro che svolgono, che esso è loro indispensabile. Altrimenti ciccia, ci sono le cabine. Oppure: lo vuoi a tutti i costi? Bene: 50% di tasse, che con quelle paghiamo i danni che quotidianamente vengono inferti da vandali alle cabine telefoniche pubbliche.
Son razzista, non lo nego.
Ma più che dei cellulari l'attualità mi porta a pensare e a parlare a vanvera di come tentare di risalire dalla voragine dei nonsoquanti miliardi di deficit in cui lo stato italiano (io, tu che leggi, il tuo socio lì di fianco con la canna in mano) è sprofondato. Cosa che ci riguarda realmente tutti.
Il libro di Borges "La lotteria di Babilonia", che vi consiglio di leggere, mi ha suggerito tre o quattro idee su come recuperare soldi in alternativa al porre nuove tasse. Ve le propongo, poi scrivete come al solito per dirmi ciò che pensate.

1. METTERE IN VENDITA I TITOLI ONORIFICI
Nonostante siano stati da anni aboliti, perché negare a chicchessia il vanto di farsi chiamare 'conte', 'marchese' eccetera? Anche chi non è di Roma sa quanto l'appellativo 'Dottore' o 'Avvocato' sia usato anche per persone che la laurea non ce l'hanno. Dunque liberalizziamo i titoli onorifici. Per "Conte" 500mila lire annue, "Marchese" 350mila e così via.

2. TASSE SUI LIETI EVENTI
Alla scadenza per esempio di un matrimonio rimasto intatto dopo cinque anni si paga una tassa, abbinata alla felicità.

3. LE MISS SUI FRANCOBOLLI
Basta coi paesaggi insulsi sui francobolli. Le belle ragazze (o presunte tali) che intendono promovere la propria bellezza pagano un tot per vedere la loro effigie sui francobolli, magari con l'indirizzo scritto in piccolo. Per loro, il brivido erotico di sentirsi leccare il culo.

Vabbè, buona lettura del resto di Pepper...

Marcello TARGI back




PEPPER. News EntertainmenT & nonsense. Mensile, n°6.
La mente: Marcello Targi. Il mentitore: Francesco Guerra.
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