Interrompiamo la rivista per trasmettere
un tuffo nell’universo parallelo
di Daniele Luttazzi

Caro lettore di Pepper

L’istituto di medicina legale di Heidelberg ha confermato di aver utilizzato per più di 20 anni quasi 200 cadaveri per verificare le conseguenze sul corpo umano di scontri automobilistici. La scusa è che le prove sono state eseguite per interesse scientifico. Scusate, ma non ci credo. Se qualcosa di macabro dura più di 20 anni, non è più un esperimento scientifico: diventa sesso.
No, hanno replicato quelli. Il nostro impiego dei cadaveri è analogo all’uso di cadaveri nelle lezioni di anatomia. Tutto normale, quindi: erano solo lezioni di anatomia a velocità sostenuta. In Usa, dove sono sempre avanti in tutto, è da 50 anni che fanno questi test con cadaveri. Li commissiona l’Ente Autostrade. Da noi invece fanno le cose ancora con l’amore artigianale di un tempo: quando una famiglia a bordo di una Tipo si schianta contro un Tir, la Fiat manda uno sul posto a fare fotografie.
Comunque ci sarebbe un motivo tecnico ben preciso che giustifica la pratica di impiegare cadaveri nei test d’urto: se cerchi di convincere persone vive, queste fanno resistenza. I ricercatori di Heidelberg spiegano di aver usato i cadaveri dei bambini solo con il consenso dei genitori. Ehi! E’ un sollievo sapere che l’umanesimo non è ancora scomparso dalla faccia della Terra. Io gli darei il Nobel per la Pace. Un altro dato interessante: il materiale ideale per questi test sono i morti per infarto. Chissà poi perché. Forse il loro cx è migliore. Sì, gli scienziati di Heidelberg mi hanno deluso: nelle loro prove non c’è traccia della categoria più a rischio, le donne incinte. Spero che rimedino al più presto. I manichini umani dovranno essere di tre tipi: donna morta con feto morto; donna viva con feto morto; e donna morta con feto vivo. Il quarto tipo (donna viva con feto vivo) meglio di no: ci sarebbe da sbellicarsi dalle risate.


PEPPER. n°13.
3/6/97
PePPer: http://www.pianeta.it/pepper