Il Brevetto
di Giuliano

Si presentò all’Ufficio Brevetti per depositare il progetto dei "Lacci da scarpe".

"Come può vedere", spiegò all’allibito funzionario, mettendogli davanti i vari fogli sui quali erano disegnati in pianta i vari tipi di stringhe, "il progetto è completo in tutti i dettagli. Sono lacci di varia misura commisurati alla quantità di buchi presenti nella tomaia".
"Intendete realmente far brevettare i lacci da scarpe?".
"Ho forse parlato in arabo?" domandò l’altro.
"Ma non si può brevettare una cosa che già esiste. Sarebbe come far brevettare la cravatta".
"Per quella vengo la settimana prossima".
"A far brevettare la cravatta?".
"Sì, sto mettendo in bella copia le tavole del progetto".
Il funzionario era annichilito. "Ma che senso ha?" chiese.
"Benedetto uomo! Brevettando le stringhe io, a partire da domani, avrò diritto a una percentuale per tutte le stringhe che si fabbricheranno al mondo".
Il funzionario parve ascoltare con una maggiore attenzione.
"La domanda non è in regola", disse infine. "Manca la marca da bollo da ottomila lire".
"Eccovi le ottomila lire" disse il richiedente. "Datemi la marca che la applico".
"Noi non le vendiamo. Dovete andare dal tabacchino".
"Ma poi non dovrò rifare tutta la fila e fra venti minuti chiudete".
"Ebbene, tornerete domani".
L’uomo raccolse le sue carte e se ne andò borbottando. L’indomani, di buon’ora, si presentò nuovamente davanti allo sportello brevetti.
"Desiderate?" gli chiese il funzionario.
"Lo sapete, desidero richiedere il brevetto per i lacci da scarpe".
"Devo purtroppo comunicarvi che siete arrivato troppo tardi. Tale brevetto è già stato registrato". "Ma non è possibile, stamani sono arrivato per primo".
"Lo so, ma il brevetto è stato presentato ieri prima della chiusura, non appena siete uscito".
"Da chi?".
"Da me".